Tre nuovi pianeti
Al momento sono diverse centinaia i
pianeti extra solari scoperti in anni di osservazione astronomica anche se fino
ad ora si sono rivelati esclusivamente giganti gassosi dalle dimensioni almeno
due volte quelle della Terra , per non parlare di oggetti le cui dimensioni
sono superiori a quelle di Giove, il gigante indiscusso del nostro Sistema
Solare. Oggi, però, i fautori dell’esistenza di vita extra terrestre potranno
gioire nel sapere che i ricercatori dell’Exoplanet Science Institute della NASA hanno scoperto i tre pianeti extra solari
più piccoli in assoluto. I tre oggetti sono stati scoperti grazie all ’esame
del database della missione Kepler che raccoglie oltre 150.000 stelle. Di
queste, circa 3.000 sono nane rosse di classe M, proprio come la stella intorno
alla quale orbitano i tre pianeti in questione. Battezzati con i poco
fantasiosi nomi di KOI-961.01, KOI-961.02 e KOI-961.03, evidenti riferimenti
alla loro stella, denominata appunto KOI- 961, guarda caso proprio una nana rossa
di classe M. Le nane rosse sono stelle molto comuni nell’universo, ma
difficilmente osservabili a causa della loro scarsa luminosità. I tre nuovi
pianeti hanno dimensioni simili a quelle di Marte ed evidenziano orbite troppo
vicine al loro sole per poter ospitare forme di vita simili a quella terrestre,
essendo improbabile che possano ospitare acqua liquida. La loro temperatura
superficiale varia dai 168 ai 440 gradi, per cui risultano francamente
incompatibili anche con la presenza di ghiaccio, tuttavia la loro scoperta è
rivoluzionaria perché evidenzia la possibilità che l’universo non ospiti solo
sistemi planetari formati da giganti gassosi come Giove e Saturno, ma
soprattutto corpi più piccoli di tipo roccioso: “Questa scoperta”, dice John
Johnson, co – autore del team scientifico della NA S A, “indica chiaramente che sembrerebbe che
una nana di classe M su tre possieda un sistema planetario fatto da pianeti
rocciosi”. Si tratta di una scoperta importantissima nell’ambito
dell’Astronomia perché evidenzia la possibilità che la sola Via Lattea possa
ospitare in abbondanza sistemi planetari come quelli di KOI-961 e quindi
moltiplicare la possibilità che tra i loro pianeti ne esistano alcuni dalle
caratteristi che simili alla Terra. E se consideriamo che le nane rosse simili
a KOI-961 pare rappresentino l’80% del totale di stelle della sola Via Lattea,
la possibilità di scoprire un pianeta di tipo terrestre, cioè adatto a ospitare
forme di vita intelligenti , si fa sempre più vicina. Cioè vuol dire che un giorno,
invece di aspettare che eventuali alieni facciano il primo passo per
contattarci, potremmo farlo proprio noi.
La pioggia di Kerala |
La Pioggia di Kerala
Tra il 25 luglio e il 23 settembre del
2001 si verificò una curiosa pioggia nello stato indiano del Kerala. Le gocce
di liquido erano prevalentemente di colore rosso ma i media locali riportarono
la notizia di altre piogge verdi e nerastre, anche se la colorazione più comune era proprio quella scarlatta. Una pioggia
ben strana, dal momento che si rivelò composta in realtà da particelle il cui diametro
variava dai 4 ai 10 micrometri, dalla forma vagamente sferica e un centro schiacciato.
Composte da carbonio, azoto, ossigeno, idrogeno, silicio e tracce di elementi metallici,
si sono dimostrate in grado di non essere danneggiate se esposte a raggi
ultravioletti e a raggi gamma, ad elevate temperature e a diverse sostanze chimiche. I ricercatori hanno scoperto, in
pratica, che si comportavano proprio come le spore terrestri, cioè gli
organismi organici più robusti esistenti sulla Terra. Ogni millilitro di quella
che la stampa locale battezzò Pioggia di Kerala presentava 9 milioni di quelle particelle
rosse e secondo i calcoli svolti dagli esperti, in totale sarebbero caduti
500.000 kg di materiale. Dopo un’iniziale fase di scetticismo, la comunità scientifica
parlò di sangue di mucca (?), licheni, contaminazione di piante e spore
provenienti da alghe terrestri note come Trentepohlia
. Solo due furono gli esperti che avanzarono
un’idea del tutto diversa: che cioè la pioggia in questione fosse in realtà
causata da cellule di origine extraterrestre probabilmente provenienti dall’ esplosione di un bolide (un frammento meteorico) che si era disintegrato nei
cieli indiani. Godfrey Louis e Santosh Kumar, questi i loro nomi, furono
ovviamente accusati di esagerazione quando non proprio di vera e propria
mitomania. Ma oggi il dibattito sulla straordinaria pioggia scarlatta si riapre
perché i due non si sono dati per vinti e hanno mostrato che le cellule in
questione sono in grado di sopravvivere e prosperare dopo un periodo di
ambientazione a 121 gradi centigradi, risultati coadiuvati dalla Cardiff e
dalla Sheffield University. In queste condizioni le cellule misteriose sono in
grado di riprodursi agevolmente, il che fa pensare che esse si moltiplicano
grazie a variazioni a temperature ben determinate. Si tratta davvero di un
fenomeno curioso perché come abbiamo già detto le uniche cellule terresti che
possiamo usare come termini di paragone, le spore, possono sì sopravvivere a
queste temperature, ma non si comportano affatto come le cellule di Kerala.
Oltre a ciò, ed è forse il dettaglio più inquietante della faccenda, lo spettro
luminoso di queste particelle presenta bizzarre affinità con la traccia della nebulosa
nota come “Rettangolo Rosso”, il che porta nuova acqua al mulino dell’origine
extraterrestre. Ed è adesso che le cose si fanno emozionanti, perché la possibilità
che le particelle di Kerala siano spore aliene sarebbe una prova formidabile che
la vita nell’universo sarebbe diffusa grazie alle comete e agli asteroidi
secondo le regole della cosiddetta Panspermia, avanzata, ma mai provata, da
diversi fisici teorici tra i quali il compianto Carl Sagan. Sulla questione non
è detta l’ultima parola perché i fautori dello scetticismo a oltranza sono
agguerriti, sostenendo che non è stata rilevata alcuna traccia di DNA in queste
particelle, e che quindi non si possono definire veri e propri organismi
viventi. Certamente, sono necessarie rigorose ricerche per escludere ogni
possibile contaminazione da parte di fonti più terresti e meno aliene per
avallare questa teoria, ma il dado è tratto e la Pioggia di Kerala è realmente
un fenomeno più unico che raro. La conseguenza è che adesso sono molti i
ricercatori che rivolgono le proprie attenzioni al fenomeno, segno che forse l’essere
troppo scettici non aiuta più di tanto il progresso scientifico.
Eruzione del sistema solare del 14 gennaio |
Nuove eruzioni solari
Sembra che il Sole si sia risvegliato dal
suo periodo di “riposo” e che stia producendo eruzioni solari di una certa
entità. Secondo Liam Fox, del Segretariato alla Difesa della Gran Bretagna,
sarebbe maggio 2013 la data in cui potrebbero verificarsi eruzioni solari di
straordinaria violenza, tali da causare serie noie ai sistemi di comunicazione
del nostro pianeta e che potrebbe significare il bombardamento della Terra da
parte di un numero elevato di protoni ad alta energia in grado di viaggiare a
velocità dell’ordine di 6.4 milioni di chilometri l’ora. Tale fenomeno
seguirebbe, ampliandole, eruzioni solari già verificatesi negli ultimi tempi a
livello della regione solare numero 1402, al momento una delle più attive sulla
superficie della stella, e debitamente segnalata dai responsabili dell’Amministrazione
Nazionale Americana per gli Oceani e l’Atmosfera (NOAA) e della NASA, che si è subito affrettata a dichiarare
che la cosa non produrrà conseguenze nefaste per gli astronauti a bordo della
ISS, la Stazione Spaziale Internazionale. In effetti, le conseguenze più seri e
l’avrebbero proprio i satelliti in orbita intorno alla Terra, i cui delicati
strumenti non sono progettati per tollerare bombardamenti protonici di tale
potenza che porterebbero al collasso delle comunicazioni, dei sistemi di
ausilio alla navigazione (GPS), delle comunicazioni, dei rilevamenti meteo. Non
sarà la fine del modo come quella teorizzata dalle teorie disfattiste basate
sul calendario Maya, ma resta l’esigenza di correre subito ai ripari per
ovviare al fenomeno fin d’ora , come del resto Fox ha già dichiarato.
Massimo Valentini
Sei grande! Apprezzo i tuoi articoli e i tuoi libri!
RispondiEliminaVeronica